Onorevoli Colleghi! - Il significato e l'importanza della bandiera nazionale sono tornati alla ribalta in questi anni con il «ritorno della Patria» e con l'irruzione del tragico nella storia dell'occidente, dopo i drammatici fatti dell'11 settembre. Lo stesso dibattito che è seguìto nel nostro Paese, tra intellettuali, storici, opinionisti e politici, è emblematico della forza irresistibile che la bandiera evoca a ogni latitudine e longitudine e in ogni periodo storico. Esprime, identifica e rappresenta la solidarietà, l'unità, l'identità e il cuore di un popolo.
      Restano significative le parole di Oriana Fallaci, nel suo famoso intervento sul Corriere della Sera del 29 settembre 2001 (La rabbia e l'orgoglio), in cui da un lato elogiò la voglia di riscatto degli americani e la capacità di ritrovarsi intorno alla loro bandiera («Guai se gli tocchi la Patria»), dall'altro, si rammaricò per il nostro debole e fragile spirito nazionale: «C'è una bella differenza tra un Paese nel quale la bandiera della Patria viene sventolata negli stadi e un Paese nel quale viene sventolata dal popolo intero».
      E se la bandiera ha un enorme valore simbolico, la sua esposizione, sia a livello istituzionale, sia presso le case degli italiani e per le strade delle nostre città (in circostanze e occasioni ovviamente stabilite), assume un fondamentale valore civile: fa essere una comunità.
      A tale esigenza, quella di un patriottismo concreto e «visibile», si richiamò il 7 ottobre 2001, dalle colonne del Corriere della Sera, l'ambasciatore Sergio Romano: «Siamo passati con burocratica indifferenza da un'Italia senza bandiere, ad un'Italia imbandierata. Ma nessuno si sognerebbe di salutare il tricolore, di ammainarlo al tramonto, di ripulirlo per le feste nazionali o di ripiegarlo religiosamente».

 

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Filippo Facci, sul Foglio del 12 ottobre 2001, fu ugualmente chiaro: «La bandiera siamo noi, il resto è individualismo, i simboli servono da esempio per i comportamenti delle persone, servono per educarle ai valori su cui si è fondata la società in cui vivono».
      Sentimento nazionale e bandiera, dunque, strettamente legati. E - per dirla con Sergio Romano - bandiera ammainata, sventolata, pulita e ripiegata religiosamente con tanto di finanziamenti previsti e precise responsabilità pubbliche.
      È questo lo spirito dell'articolo 12 della Costituzione che recita: «La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni». L'inserimento di questo articolo tra i «Princìpi fondamentali» esprime chiaramente il valore che riveste la bandiera nazionale.
      Invece la bandiera, simbolo unico e distintivo della Nazione, si trova in Italia ad essere sottovalutata nella sua portata simbolica e nella sua funzione di espressione dell'identità nazionale. Così la troviamo esposta esclusivamente, e neanche sempre, nei pochi edifici per i quali disposizioni legislative in atto restrittive lo prevedono, e purtroppo anche in questi casi si assiste - come la stampa ha fatto osservare - allo spettacolo poco decoroso di bandiere lise, consunte e scarsamente curate, alle quali nessuno pare prestare particolare attenzione. Il valore della bandiera va invece riaffermato con forza: la presente proposta di legge intende compiere un primo passo in questa direzione attraverso la previsione di una sempre maggiore cura, diffusione ed esposizione della nostra bandiera nazionale.
      L'articolo 2 della presente proposta di legge prescrive l'obbligo per tutte le amministrazioni e gli uffici pubblici di esporre nelle proprie sedi la bandiera nazionale. L'obbligo è esteso agli enti privati che fruiscono di provvidenze pubbliche, compresi i partiti politici e le organizzazioni sindacali.
      Con l'articolo 3 è assegnata la responsabilità della cura, della manutenzione e dell'esposizione della bandiera che, nelle sedi di cui all'articolo 2, è attribuita al dirigente con la più alta qualifica nell'amministrazione o ufficio interessato. Inoltre è istituita (articolo 4) una cerimonia solenne che annualmente si terrà nella capitale, con la partecipazione delle più alte cariche dello Stato, per celebrare il valore e il significato della bandiera italiana.
      Inoltre, «nel segno della continuità dello Stato unitario», è previsto che il Governo italiano promuova la partecipazione dei discendenti di Casa Savoia alle celebrazioni e alle manifestazioni per la giornata della bandiera (articolo 5).
      I successivi articoli invece prevedono iniziative per la «socializzazione della bandiera». È infatti previsto che gli oltre ottomila comuni italiani si dotino della bandiera da esporre in modo permanente su postazione fissa in una piazza, via o altro luogo pubblico, affidando ai sindaci la responsabilità dell'esposizione e ai consigli comunali la scelta del luogo (articolo 6).
      L'articolo 7 stabilisce che nella giornata nazionale della bandiera, che la legge 31 dicembre 1996, n. 671, ha istituito e fissato (ma subito dimenticato) nella data del 7 gennaio, anniversario della nascita del primo tricolore d'Italia, i sindaci italiani, nel corso delle celebrazioni che avranno luogo, effettuino la consegna alle famiglie, alle imprese e alle rappresentanze sociali delle bandiere che le stesse si impegneranno ad esporre almeno nei giorni domenicali e festivi, oltre che nella giornata nazionale della bandiera.
      Gli articoli 8, 9 e 11 disciplinano invece le attività finalizzate che dovranno essere organizzate nelle scuole, presso le rappresentanze e le istituzioni italiane all'estero e la programmazione di trasmissioni radiotelevisive dedicate alla bandiera nazionale.
      Di particolare valore per lo sviluppo delle relazioni di solidarietà e di amicizia tra il popolo italiano e americano, la proposta si preoccupa di istituire la ricorrenza dell'11 settembre - una data che ha cambiato il mondo - per ricordare le vittime degli orrendi attentati terroristici di New York e Washington: ogni anno in questa data saranno esposte congiuntamente
 

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la bandiera italiana e quella degli Stati Uniti (articolo 10).
      Onorevoli colleghi, sono ancora attuali le parole con le quali, nel 2001, nella ricorrenza del 4 novembre, l'allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, sintetizzò il suo progetto di rilancio del sentimento nazionale; parole nobili, pronunciate da San Martino della Battaglia, luogo-simbolo per la nostra Patria: «Adoperiamoci perché in ogni famiglia, in ogni casa, ci sia un tricolore a testimoniare i sentimenti che ci uniscono fin dai giorni del glorioso Risorgimento».
      Da parlamentari, rappresentanti della Nazione, intendiamo accogliere il «ritorno della Patria» nel nostro Paese, offrendo, al Parlamento e alla pubblica opinione, questa proposta di legge la cui finalità è quella di promuovere «l'uso, la diffusione e l'esposizione della bandiera italiana come simbolo dell'identità e dell'unità nazionale» (articolo 1).
 

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